lunedì 17 novembre 2008

FRANCO BATTIATO - Fleurs 2 - 2008



Non è certo sospetto di seguire una moda, Franco Battiato: è stato proprio lui il primo, in Italia, ad appassionarsi al canto di brani altrui, aprendo il filone delle cover che ormai trionfa anche presso le grandi firme, per surrogare un momento difficile nella creatività. I primi «Fleurs» battiateschi nascevano nel 1999, poi nel 2002 spuntarono imprevedibilmente i «Fleurs 3» e ora siamo alla vigilia del recupero di «Fleurs 2», che uscirà il 14 novembre. L'artista siciliano è venuto a cantare questi nuovi fiori ieri sera qui, alla Cigale, in un concerto tanto lungo quanto esaltante che inglobava vari periodi della sua creatività: nei bis è ricomparsa pure «Povera Patria», dedicata nei Novanta ai guai italiani, come una esplicita bandiera della brutta aria che sente tirare: «La canterò di certo pure nel tour italiano, che parte il 31 gennaio da Carpi». Ma è ora il momento del Battiato international. Fra qualche giorno terrà un concerto a Londra: presso la comunità dei più attenti appassionati europei il suo stile è da tempo apprezzato, e poi questo album di perle del passato è stato costruito con apertura verso il mondo, in francese, inglese e italiano, con collaborazioni illustri e varie. C'è per esempio Antony, quello di Antony&The Johnsons, scoperto da Lou Reed. Insieme cantano «Del suo veloce volo» dello stesso Antony; Battiato ne ha riscritto il testo raccontando di un amico, del quale aveva previsto la scomparsa: «Ovviamente non gliel'ho mai detto, seguivo la chiromanzia, gli avevo letto la mano ma speravo fossero tutte storie. Invece se n'è andato davvero». Duetta con il padrone di casa l'intensa, avvolgente voce iraniana di Sepideh Raisadat, in «Il venait d'avoir 18 ans» che fu un successo di Dalida; e Anne Ducros, regina del jazz vocale europeo, anche ieri sera sulla collina di Montmartre ha accompagnato Franco in una curiosa, raccolta versione di «Sitting On the Dock of the Bay» di Otis Redding. Scelte sempre eccentriche, quelle di Battiato. In Italia ha pensato a due cari amici. Con Carmen Consoli dialoga nell'unico inedito, «Tutto l'universo obbedisce all'amore», e poi riporta a galla il talento dell'ex monaco Juri Camisasca, di cui interpreta l'ottima «Il Carmelo di Echt» e «La musica muore», con lo stesso Juri. Suona omaggio a Giuni Russo il brano che chiude l'album, «L'addio», grande successo dell'artista siciliana che mai Battiato, autore del testo, aveva interpretato: «Quando ho fatto il DVD su Giuni, sono rimasto colpito da un momento del vecchio Blitz di Minà: ho visto Leonardo Sciascia, che conosceva Giuni per la prima volta, passare dalla diffidenza alla folgorazione dopo il salto di ottava di lei, proprio nell'"Addio"». Scelte eclettiche, adeguate al personaggio, fuori dalla grandi correnti del consenso: brani antichi, temi che furono zoccolo duro dei '60 come «Era d'estate» di Endrigo e «E più di amo» di Alain Barrière, «Et Maintenant» di Bècaud o «Bridge Over Troubled Water» di Simon&Garfunkel. Sono brandelli di memoria, ma guai parlargli di nostalgia: «Trovo che siano canzoni ispirate, di un momento in cui la canzone era primitiva ed esplosiva. C'era una gioia di vivere che stiamo perdendo». Gli viene in mente anche di quando cominciò a cantare, appena arrivato a Milano nel '64: «Risposi a un annuncio della NET, settimana enigmistica. Mi davano 5-10 mila lire per incidere dischi distribuiti a chi comprava i cruciverba».
da lastampa.it

1. Tutto l'universo obbedisce all'amore
2. Era d'estate
3. E più ti amo
4. It's five o'clock
5. Del suo veloce volo
6. Et maintenant
7. Sitting in the dock of the bay
8. Il Carmelo di Echt
9. Il venait d'avoir 18 ans
10. Bridge over troubled water
11. La musica muore
12. L'addio

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